Raffaele Della Pia Raffaele Della Pia


    Presentazione di Michele Sessa

Sin dall’antichità l’uomo ha concretizzato le sue idee convertendo in
oggetto la creta, la pietra, il marmo, il legno, i metalli.

Tali materie - forme solide, la “massa” - a mano a mano hanno assunto sempre
più la struttura di oggetti d’arte.

Il legno, adatto in particolare per l’intaglio, giacché facilmente
intaccabile - purtroppo però anche deteriorabile - perché fosse
salvaguardato nei secoli, ha avuto bisogno di trattamenti particolari. Per
cui, oltre che per la tecnica (intaglio, scalpellinamento, sbalzo), si è
dovuto studiare una patina che, nel tempo, proteggesse e salvaguardasse l’oggetto
d’arte in legno.

L’esperienza, in particolare, mi viene dall’avere seguito le tappe della
maturazione artistica di Raffaele Della Pia, un’ esistenza dedicata non solo
all’arte del legno ma anche alla ricerca della patina protettiva.

Raffaele Della Pia, infatti, con tanta volontà, modella con precisi e secchi
colpi di scalpello, con stile espressivo, con forme raffinate; con l’intaglio
o lo scalpellinamento trasforma d’incanto, valorizzando figure ed oggetti,
proteggendoli poi con una patina in oro-bronzo.

Già con le vibrazioni della sua fantasia adolescenziale, impregnata dalla
forte suggestione dell’arte magica del Maestro pittore “Alfonso Grassi” (già
allievo del grande Maestro Giorgio De Chirico).

Raffaele Della Pia, giovinetto,

aveva scolpito radiche o pezzi di legno. Via via, poi le sue opere, vennero
assumendo significati sempre più precisi e leggibili, passando finalmente a
scolpire i grandi pannelli con figure, ritratti, scene sacre, pale d’altare...

I progressi non si lasciarono attendere ... Il pezzo di legno, misterioso ed
informe che l’Artista si lusinga della vanità di plasmarlo, di trasformarlo,
di dargli con generosità, col mistero del suo genio e della sua forza, la
forma, le sembianze, la vita è divenuto, di volta in volta, oggetto
elettrizzante e assai ricercato. Perché? Perché con le sue figure
intagliate, a sbalzo o scalpellinate nel legno, dal movimento sobrio ed
aggressivo, negli equilibri studiati con minuzia, con tratti ritmati e
lirici, Raffaele Della Pia che è poeta del legno, sintetizza ed esalta un’arte
che trasmette continue, profonde emozioni!

Ho visto il Della Pia realizzare a volte anche opere in legno di castagno
stagionato, evaporato ed essiccato a forno e ciò perché l’artista mira a
valorizzare il prodotto nostrano.

E un verista classicheggiante Raffaele Della Pia, mai allusivo, molto
equilibrato, armonico, misurato, con una capacità creativa che ha del
sorprendente, con una abilita tecnica ed una stupenda coerenza di
linguaggio.

Un figurativo, sempre molto interrogativo, che tratta le varie tematiche:
dalle figure ai ritratti, dagli animali alle scene sacre.

Certamente da ammirare, per esempio, il bassorilievo di natura ecologica del
1993 con cui il Della Pia ha raffigurato Einstein emergente da un mare di
catrame, sotto i raggi del sole (che, per fortuna, splende sempre alto) e la
sua gestualità semantica con cui implora un cormorano tutto nero di
petrolio, quasi per giustificarsi:

“È vero - sembra dire il grande Scienziato - ho inventato l’atomo, ma l’ho
fatto per il bene dell’Umanità ... Non pensavo, certamente, che l’uomo, con
la sua incoerenza e la sua incoscienza ...“ e, con l’impronta della
folgorazione creatrice l’artista evidenzia il suo tormento interiore; con un
pessimismo di fondo e il lampo della genialità, tenta di scuotere il mondo
sul tema dell’ecologia, del territorio, dell’ambiente ... -

Così per le sue scene di caccia: il forte cinghiale inseguito da una muta di
cani, ci riporta ai temi della violenza. Aggrovigliarsi di movimenti che
strabilia per la potente forza creatrice e realizzatrice!

E il mondo contadino, ricco dì umanità, pieno di valori, di solidarietà
verso i deboli e con il gran rispetto verso i vecchi, tanto presente nelle
opere del Della Pia.

Un desco, una sedia sgangherata, un pezzo di pane, il fiasco di vino impagliato e la
figura maschile o femminile che, con un bonario e dolce sorriso, tra il
visibile e l’invisibile, rende la pacata gioia di chi, dopo aver compiuto il proprio dovere, può gustare anche
il poco che la tavola offre. Il tutto è poesia, è musica, è dolcezza, arte
pura perché Raffaele Della Pia è il poeta del legno!

Per il Della Pia l’opera d’arte resta il prezioso motivo di dialogo da
utilizzare e da esaminare con comprensione e con amore.

E ancora, tra le tante opere, l’immagine sacra di una Madonna dal volto di
donna comune, sofferente, che stimola alla fedeltà, alla Fede e, ai suoi
piedi, oranti, le varie generazioni con i diversi palpiti, con il vecchio
pittorico del Maestro “Alfonso Grassi”e le figure femminili della campagna
irpina.

In tutte le opere del Della Pia è magia orfica perché il Della Pia è un
figurativo, un razionale che nel visibile e nell’ammirabile induce al
profondo ragionamento per l’ideale etico della vita stessa.

Ma Della Pia è ambizioso: vuole crescere nell’Arte. Studia e scruta la
vitalità intensa, la ricerca continua, la tecnica costruita anno per anno e
la patina protettiva e decorativa in oro-bronzo realizzata con cui Raffaele
Della Pia ammanta i suoi bassorilievi, patina indelebile nel tempo, come
indelebile nei secoli resterà certamente la purezza

di questo grande, umile scultore irpino del legno…

     Il Goja della scultura lignea…

Michele Sessa



 
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